Come si diventa una mobile enterprise?

Non basta avere un’app perché un’azienda possa definirsi ‘mobile-first’, la sfida si è fatta più complessa e la tecnologia mobile deve essere considerata un’infrastruttura che integra funzionalità esclusive, dai wearable alla realtà aumentata

27 Nov 2017

Si fa presto a dire ‘mobile-first‘: il modello della mobile enterprise (che le aziende di ogni settore, dal retail ai servizi finanziari, oggi perseguono per rimanare competitive) ha assunto negli ultimi anni un nuovo livello di complessità ed essere in grado di erogare prodotti, servizi e applicazioni che, se utilizzate su dispositivi mobili, garantiscono lo stesso livello di performance offerto su Pc e browser tradizionali, non basta più. Ha fatto il punto sull’argomento un report realizzato dalla società di ricerche Aberdeen Group, che oltre ad un’analisi dello stato dell’arte tra le aziende che utilizzano tecnologie mobile, si è posta anche l’obiettivo di individuare come questa sia in grado di diventare una leva per migliorare il business e l’innovatività dell’organizzazione.

Anche in ambito assicurativo, le tecnologie mobile sono un indiscusso driver nella digital transformation, ne è prova anche l’emergere di startup insurtech completamente basate sull’essere ‘mobile-first’ – tra queste molte di quelle che fanno parte delle classifica Top Ten, dalla cinese Zhong An alla newyorkese Lemonade – o che fanno leva sul mobile per erogare polizze on-demand o micro polizze, come Trov o le italiane Neosurance e Yolo.

Gli utenti moderni sono oggi molto esigenti: “Sono necessari – dicono gli analisti del report – servizi e opzioni mobili migliori, in grado di sfruttare funzionalità esclusive come riconoscimento della posizione, video e comunicazione interattivi, servizi basati su cloud, dispositivi indossabili, Internet of Things, assistenti intelligenti e realtà aumentata”. È sull’adozione di queste funzionalità che si gioca ormai la partita della competitività; lo sanno bene le aziende più all’avanguardia che stanno già costruendo un’infrastruttura mobile integrando questa tecnologia di nuova generazione all’interno dei propri ecosistemi e nel dialogo che hanno con clienti e utenti interni.

Per gestire questo nuovo livello di complessità, diventa dunque importante per le imprese adottare un’infrastruttura mobile oriented intesa non solo come insieme di tecnologie in grado di rendere performanti e sicuri servizi e applicazioni “tradizionali” anche in mobilità, ma di mettere le aziende nella condizione di sviluppare e distribuire rapidamente le funzionalità (vedi riconoscimento della posizione, video e comunicazione interattivi e le altre sopra citate) che il panorama di volta in volta propone per riuscire davvero a far presa sull’experience di clienti e utenti mobili. In altre parole, poiché l’innovazione si esprime oggi moltissimo attraverso la mobilità, parlare di infrastruttura mobile significa anche e soprattutto riuscire a supportare l’innovazione. Entrando nel merito delle tecnologie che possono aiutare a concretizzare questo percorso il report offre una serie di precisi riferimenti, in particolare rispetto al Paas (Platform as a service) e alle Api (Application programming interface, set di strumenti specifici disponibili al programmatore che semplificano la possibilità di dialogo tra un’applicazione e un’altra evitando ridondanze e inutili replicazioni di codice).

La ricerca di Aberdeen Group, oltre a elencare i vantaggi che le organizzazioni capaci di sfruttare al meglio la tecnologia mobile possono ottenere, sottolinea come siano già molti i casi reali di aziende che hanno migliorato il proprio business grazie a funzioni mobili di nuova generazione, in particolare nei settori bancario, retail e manifatturiero.

Per approfondire, leggi l’articolo di ZeroUno.

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