Smart contract, cos’è e a cosa serve nelle assicurazioni

Quando si parla di blockchain un campo applicativo di lampante utilità è quello dello Smart Contract. Ecco cosa si intende esattamente per contratto intelligente e per quali motivi è il futuro delle polizze

12 Ago 2019

Lo Smart Contract (o contratto intelligente) è la “traduzione”  in codice software di un contratto tradizionale, che viene in questo modo automatizzato, ovvero rende possibile verificare in automatico l’avverarsi di determinate condizioni (controllo di dati di base del contratto) e di autoeseguire in automatico azioni (o dare disposizione affinché si possano eseguire determinate azioni) nel momento in cui le condizioni determinate tra le parti sono raggiunte e verificate.

In altre parole lo Smart Contract è basato su un codice che “legge” sia le clausole che sono state concordate, sia le condizioni operative nelle quali devono verificarsi le condizioni concordate e si autoesegue automaticamente nel momento in cui i dati riferiti alle situazioni reali corrispondono ai dati riferiti alle condizioni e alle clausole concordate.

Di conseguenza, sebbene lo Smart Contract abbia bisogno di un supporto legale per la sua stesura, non ne ha bisogno per la sua verifica e per la sua attivazione.

Storia

Gli Smart Contract sono venuti oggi alla ribalta in associazione alla blockchain, una tecnologia che effettivamente si presta più di ogni altra alla loro realizzazione, ma in realtà non sono concettualmente del tutto nuovi. In effetti sono stati oggetto di sperimentazione già negli anni ’90 e sono stati ideati ben prima, già negli anni ’70. Il termine adottato all’epoca non era quello di Smart Contract, ma il concetto era sostanzialmente quello che ha portato ai contratti intelligenti di oggi. All’epoca l’esigenza era molto semplice e atteneva alla necessità di gestire l’attivazione o disattivazione di una licenza software in funzione di alcune condizioni molto semplici. La licenza di determinati software venne di fatto gestita da una chiave digitale che permetteva il funzionamento del software se il cliente aveva pagato la licenza e ne cessava il funzionamento alla data di scadenza del contratto. Semplicemente, in modo molto basico, era uno Smart Contract.

Un altro esempio, molto più comune, è quello della vending machine, le macchinette distributrici di caffé o altri generi, che tutti abbiamo avuto modo di utilizzare:  in esse, il software e l’hardware della macchina gestiscono la vendita del prodotto, verificando che quando sia depositata dall’acquirente una cifra predeterminata, sia consegnato il prodotto desiderato.

Ciononostante non esisteva, fino all’arrivo della blockchain, una tecnologia così evoluta da rendere lo Smart Contract un protocollo diffuso e sicuro. La blockchain si è rivelata essere la tecnologia adeguata.

La blockchain nelle assicurazioni

La blockchain (o block chain, catena dei blocchi) è in estrema sintesi un database distribuito (ossia un registro delle transazioni dove i dati non sono memorizzati su un solo computer, ma su più macchine collegate tra loro via Internet, attraverso un’applicazione dedicata che permette di interfacciarsi con la “catena”) fatto di blocchi di dati che memorizzano transazioni; per essere consolidato all’interno di un blocco, ogni dato, e successivamente ogni blocco prima di essere inserito nella “catena”, viene sottoposto a un processo di validazione.

In contesti molto burocratizzati, nella contrattualistica, nei pagamenti, nell’identificazione di persone o aziende, nell’amministrazione ecc, la blockchain può essere vista come la frontiera più estrema della dematerializzazione, con ambiti di applicazione talmente potenti che ovviamente il mondo bancario e anche quello assicurativo ne cominciano a intravedere opportunità e a fare sperimentazioni.

La blockchain è stata anche definita “l’Internet dei contratti”. E’ un sistema decentralizzato e aperto, che non ha nessun proprietario, tutti possono utilizzare la blockchain come base per la creazione di ulteriori applicazioni, il cui carattere decentrato rende impossibile la frode ai dati del registro. Se qualcuno cambia qualcosa nel libro mastro, condiviso da tutti i partecipanti, tutti gli altri utenti possono vederlo, in modo che le irregolarità non possano mai passare inosservate. Tutti vedono ogni transazione nel database, e ogni modifica può avvenire solo aggiungendo altre righe di codice, quindi viene registrata, ogni operazione su blockchain è permanente.

Quindi c’è una cosa che la blockchain promette di fare meglio della carta, superando l’adagio latino “scripta manent, verba volant” : garantire le informazioni, la loro provenienza, la loro tracciabilità. In sintesi, si tratta di un sistema digitale di decentralizzazione, cioè che abilita una serie di operazioni online senza la necessità di un’autorità centrale o intermediario di fiducia;  e che offre la possibilità di inviare, ricevere e memorizzare informazioni in un cosiddetto ledger, un database inattaccabile in quanto decentrato e diffuso, ripartito tra soggetti indipendenti tra loro.

Il potere della blockchain risiede nella sua capacità di alimentare nuove modalità di transazioni finanziarie, migliorare i processi di assicurazione esistenti e tenere traccia dei documenti (digitali).  Le valute digitali basate su blockchain possono supportare molti nuovi modelli assicurativi, in particolare le micro assicurazioni e il P2P.

Molti ritengono che l’industria assicurativa sarà rivoluzionata dalla “catena di blocchi” proprio nel suo aspetto fondante, il rapporto di fiducia, quel legame su cui si basa tutto l’impianto assicurativo attraverso la gestione dei sinistri, i pagamenti, la sicurezza, il capitale e la divulgazione di dati precisi. Un legame che nel corso del tempo si è materializzato soprattutto in documenti cartacei, ma di base “the bond of trust” è un asset intangibile.

Le assicurazioni e lo Smart Contract

Molte delle applicazioni che la blockchain può offrire alle assicurazioni possono essere raggruppate nella categoria dello Smart Contract, cioè del contratto intelligente: come si diceva in precedenza, questi contratti sono software, che automatizzano l’esecuzione stessa del contratto, e che può essere sviluppato ed eseguito all’interno di un sistema blockchain.

Sperimentazioni in queste direzioni se ne stanno già facendo e coinvolgono molto spesso le startup.

Per esempio,  la startup francese Stratumn ha raccolto capitali per 8 milioni di euro, conquistando nell’ultimo round d’investimento anche il fondo C Entrepreneurs di BNP Paribas Cardif, e  sta portando avanti la più ampia sperimentazione di rete blockchain per l’insurance con 14 Compagnie.  “Nelle assicurazioni, le operazioni aziendali coinvolgono spesso diversi partner ed è l’ambiente naturale di BNP Paribas Cardif che opera nel B2B2C. La tecnologia di Stratumn non solo può ridisegnare la gestione dei processi end-to-end, ma può anche contribuire ad affrontare i problemi di compliance sulla privacy, grazie al suo sistema di crittografia avanzata. Siamo entusiasti di collaborare con Stratumn e supportare il loro sviluppo.” aveva commentato Thibaut Schlaeppi,  Head of Startup relations & investments BNP Paribas Cardif, in occasione dell’investimento in Stratumn da parte del braccio venture della Compagnia.

Già in precedenza, la stessa Stratumn, Deloitte e il fornitore di servizi di pagamento Lemonway avevano presentato una soluzione abilitata dalle tecnologie blockchain chiamata LenderBot. Si tratta di una micro-assicurazione pensata per tutelare i clienti di servizi che rientrano sotto l’ampio ombrello della sharing economy. LenderBot permette alle persone di sottoscrivere micro-assicurazioni personalizzate semplicemente chattando tramite l’App di Facebook Messenger. L’obiettivo è quello di assicurare prodotti ad alto valore scambiati tra gli individui, eliminando l’intervento di un’autorità garante (super partes) nel contratto di assicurazione.

Il gigante assicurativo giapponese Tokio Marine & Fire Insurance Nichido, insieme a un altro colosso ma dell’information technology, la NTT Data Corporation, ha invece iniziato la sperimentazione della tecnologia blockchain per la definizione delle polizze nel settore degli scambi commerciali in particolare quelli marittimi.

Altre sperimentazioni ancora vi sono nel settore dei Cat Bond,  i derivati emessi dalle assicurazioni per ripartire con altri investitori i rischi connessi alle polizze a copertura di catastrofi naturali. Un campo di applicazione per la tecnologia blockchain su cui già sperimentano la giapponese Sompo Holdings e Allianz .

Ecco come Alessandro De Felice, Presidente di ANRA, ha spiegato le potenzialità dello Smart Contract.

“Il mondo assicurativo procede sempre attraverso lo stesso modello di individuazione del rischio, valutazione dello stesso e trasferimento del rischio a un dato prezzo. Questa modalità potrà cambiare radicalmente con l’adozione diffusa degli ‘smart contract’, ovvero contratti assicurativi elettronici che registrano sulla blockchain determinati eventi e in base all’accadimento fanno scattare automaticamente la clausola corretta. Ad esempio, nel caso di polizze viaggio per danni da bagaglio smarrito, il sistema legge e incrocia i dati dei bagagli con i dati di annullamenti o ritardi e paga automaticamente l’indennizzo senza bisogno di denuncia al desk da parte del viaggiatore. O ancora, grazie agli sviluppi dell’industria 4.0, si potranno a breve automatizzare anche gli indennizzi riguardanti la produzione: nel caso di arresto improvviso di un macchinario, un sistema di sensori rileva il danno, trasmette i dati, viene calcolata la perdita in valore di produzione e l’azienda riceve esattamente l’indennizzo relativo a quanto tempo la macchina rimane non funzionante con un registro diffuso e immutabile dell’accaduto condiviso tra tutte le parti in causa”.

Con tutta probabilità, nei prossimi anni assisteremo allo sviluppo di Smart Contract nel settore assicurativo in relazione ai rischi a breve termine, con parametri chiari per quanto riguarda i pagamenti, con un basso potenziale di controversie e con un processo di gestione dei sinistri semplice e predeterminato.

Dice Norton Rose Fulbright:

Prevediamo che i contratti intelligenti saranno in gran parte limitati ai grandi rischi commerciali a breve termine, in particolare ai rischi di proprietà e di catastrofe, prima di essere utilizzati in mercati a più lungo termine o nello spazio commerciale al dettaglio.  È probabile che i contratti “intelligenti” abbiano applicazioni nelle transazioni peer-to-peer, nonché tra imprese e consumatori e imprese.

Le transazioni assicurative in cui l’effettiva attivazione dei pagamenti e il flusso contrattuale in relazione al rischio assicurativo sono semplici, ma che presentano una struttura iniziale e costi correnti elevati sia per il beneficiario che per gli assicuratori a causa della presenza di più partecipanti o semplicemente di una struttura complessa, sembrano candidati ovvi per la diffusione di Smart Contract.

Un esempio di tale transazione potrebbe essere i cat bond di sicurezza collegati alle polizze che coprono i rischi meteorologici o di altro tipo con un meccanismo parametrico, dove il collegamento della perdita a un evento, piuttosto che la perdita effettiva dell’assicurato, rende possibile un’automazione intelligente basata su contratto. Nell’ambito di tali transazioni, i pagamenti vengono attivati sulla base dei parametri fisici di un evento catastrofico, come la velocità del vento, la posizione di un uragano o l’entità e la posizione di un terremoto. 

Nel corso del tempo, gli Smart Contract, o gli ibridi tra contratti “vecchi” e contratti intelligenti, saranno probabilmente utilizzati più ampiamente, anche nel mercato al dettaglio. Esiste già sul mercato una gamma di prodotti assicurativi relativi all’internet degli oggetti, come i prodotti per la “casa intelligente”, in cui gli sviluppatori cercano di utilizzare contratti intelligenti per collegare i dispositivi con la polizza assicurativa sottostante.”

I vantaggi dello Smart Contract per le assicurazioni

Ecco un quadro di tutti i vantaggi che derivano dall’utilizzo di Smart Contract in ambito assicurativo.

  • Sicurezza, trasparenza, attendibilità. Grazie al processo di crittografia che la caratterizza, non è possibile variare o apportare delle modifiche ai blocchi già inseriti nella catena; i dati in essa salvati sono quindi sicuri, certi e non manipolabili. Inoltre la blockchain è sicura rispetto ad attacchi hacker. Essendo organizzata cronologicamente (i blocchi vengono aggiunti alla catena secondo un preciso ordine cronologico immodificabile) impedisce l’insorgere di contestazioni in merito all’esecuzione, per esempio, delle diverse fasi di un contratto. Le frodi sono praticamente impossibili. I termini e le condizioni di tali contratti sono pienamente visibili e accessibili a tutte le parti interessate. Non c’è modo di contestarli una volta che il contratto è stato stipulato.
  • Affidabilità e accuratezza. Uno dei requisiti principali di un contratto intelligente è quello di registrare tutti i termini e le condizioni in modo esplicito e dettagliato. Questo è un requisito perché un’omissione potrebbe causare errori di transazione. Di conseguenza, i contratti automatizzati evitano le insidie della compilazione manuale di un mucchio di moduli.
    Le sue caratteristiche tecniche impediscono qualsiasi perdita di dati o danneggiamento: se anche uno dei nodi nei quali è salvata la catena venisse danneggiato, gli altri seguiterebbero a funzionare tenendo stabile la catena, senza alcuna perdita di dati.
  • Velocità. Non richiede un’entità centrale che ne verifichi la congruità e validità, questa avviene per consenso del network, ed essendo una soluzione completamente digitale elimina tempi di esecuzione, controlli, carta, back-office e rischi operativi.
  • Abbattimento dei costi. Sia per la Compagnia, sia per i clienti. I contratti intelligenti dovrebbero ridurre i costi di gestione dei sinistri, il rischio di sinistri fraudolenti e i costi amministrativi per l’assicuratore. E di conseguenza si ridurranno i prezzi delle polizze.
  • E’ green.  Oggi le imprese sono sempre più consapevoli del loro impatto sull’ambiente. Gli Smart Contract sono totalmente paper-less e riducono consistentemente il consumo di carta che oggi nel mondo assicurativo è enorme, costoso in termini aziendali e ambientali.
  • Archiviazione e backup. Lo Smart Contract registra i dettagli essenziali di ogni transazione. Pertanto, ogni volta che i dati vengono utilizzati in un contratto, vengono memorizzati in modo permanente per i record futuri. In caso di perdita di dati, questi attributi sono facilmente recuperabili.
  • Fiducia.  Come già detto in precedenza, i contratti intelligenti generano fiducia assoluta nella loro esecuzione, quel trust alla base del rapporto ‘compagnia-cliente’. La natura trasparente, autonoma e sicura dell’accordo elimina ogni possibilità di manipolazione, distorsione o errore. Una volta concluso, il contratto viene eseguito automaticamente dalla rete.

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