Il futuro? Ecosistemi digitali user-driven e object-driven

Costruire ecosistemi che permettano di monitorare clienti e rischi è urgente, scrive Paolo Gesess. Per evitare di ritrovarsi meri fornitori di credito

08 Ott 2015

Paolo Gesess, co-Founder e Managing Partner del fondo di venture capital United Ventures
Quali sono le sfide che le assicurazioni si trovano a fronteggiare nell’epoca in cui la tecnologia ridefinisce i confini di tutti i settori tradizionali?
L’obiettivo delle assicurazioni è quello di trasformare il rischio in “spesa”, quantificando il danno economico che l’utente avrebbe qualora il rischio si verificasse: utente e rischio sono i due protagonisti in gioco.
Più le assicurazioni sono in grado di “conoscerli” e monitorarli, migliore sarà l’offerta. E in questo processo, la tecnologia svolge un ruolo fondamentale.

Oggi assistiamo all’emergere, anche nel settore assicurativo, di ecosistemi digitali in grado di collezionare informazioni dettagliate su ciascun utente e allo stesso tempo raccogliere ed analizzare nuove moli di dati, che consentono di calcolare in modo più preciso il rischio e di reagire in maniera proattiva alla gestione del sinistro Da una parte, piattaforme in grado di profilare in modo sempre più accurato gli utenti – pensiamo alle piattaforme di e-commerce, ad esempio – e dall’altra Big Data e IoT. Riuscire a costruire (e a farne parte) ecosistemi user-driven e object-driven, risulta essere sempre più urgente per gli istituti assicurativi per scongiurare l’ipotesi di ritrovarsi a svolgere il ruolo di meri fornitori di credito.

Ecosistemi user-driven
I consumatori diventano sempre più assidui frequentatori di piattaforme con le quali interagiscono per soddisfare i loro bisogni quotidiani. L’elevato livello di coinvolgimento degli utenti genera moli di dati sempre più dettagliati e in tempo reale. Da qui, la tecnologia in grado di “masticarli”, permette la creazione di offerte su misura, disegnate ad uso e consumo delle esigenze del singolo utente. Anche nel settore assicurativo. L’integrazione con piattaforme di e-commerce che hanno a disposizione profilazioni ancora più definite su abitudini d’acquisto e preferenze, ad esempio, generano degli ecosistemi intelligenti che permettono di rispondere in modo più puntuale alle esigenze dei propri clienti. Ecosistemi user-driven sono ad esempio Bought by many – Insurance Made Social, un social network che connette persone con bisogni simili per soluzioni assicurative personalizzate o Alibaba, che è in grado di offrire piani assicurativi targettizzati, completamente integrati con lo shopping online. Altra tipologia di ecosistema sono le piattaforme come Discovery Vitality, un programma integrato di benessere che incentiva i suoi 5 milioni di utenti a perseguire comportamenti salutisti. In questo caso, l’offerta assicurativa è solo un’appendice di un servizio più completo in grado di rispondere a 360° all’esigenze dell’utente, ancora una volta customizzata a partire dai dati collezionati su ciascun profilo.

Ecosistemi object-driven
L’Internet of Things, gli oggetti connessi o le smart vehicle inaugurano modalità innovative per progettare e offrire prodotti assicurativi. Nuove informazioni permettono di valutare e gestire il rischio in tempo reale. I sensori d’acqua in grado di rilevare una perdita in casa, ad esempio, possono avvisare in tempo reale il team di pronto intervento dell’assicuratore. Questo non solo rende più efficiente la gestione del sinistro ma apre la strada a dei modelli di gestione del rischio basati su analisi predittive dettagliate piuttosto che su modelli di gestione “reattivi”.

Se le assicurazioni saranno in grado di innovare in quei tasselli della catena del valore dove oggi la tecnologia può catalizzare enormi cambiamenti (distribuzione, underwriting e gestione del sinistro), diventando protagoniste di ecosistemi digitali, avranno assicurato – appunto – il proprio futuro.

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