Insurtech, il vero boom non è ancora arrivato (video)

A sostenerlo Spiros Margaris, influencer e venture capitalist del fintech, che offre alcuni spunti di riflessione sullo scenario europeo dell’innovazione finanziaria, della brexit e del mondo startup. E dice ‘le compagnie hanno già tanti dati, ma non li usano’

26 Mag 2017

Se crediamo che il settore insurtech sia in pieno boom, ci sbagliamo. Per lo meno secondo Spiros Margaris, venture capitalist, advisor e influencer della scena fintech e insurtech europea che intervenuto in Italia all’evento tech romano Blast 2017, è stato intervistato dal direttore di Startupbusiness Emil Abirascid, offrendo diversi insights.

Secondo Margaris, le assicurazioni non hanno ancora vissuto la grande disruption del mondo bancario, fondamentalmente per un motivo : sono un settore fortemente regolamentato, nel quale il cambiamento non può che avvenire in modo molto più lento. La rivoluzione è iniziata certamente e se ne vedono sopratutto gli effetti nel B2C, settore in cui c’è l’interazione con i clienti e quindi anche il più facile accesso di startup insurtech, lo dimostrano casi come Lemonade o Oscar. Tuttavia, parafrando Margaris, il bello deve ancora venire perché al momento non esiste ancora la startup che arrivi a coprire l’intero panorama dei bisogni assicurativi.

C’è ancora molto da fare nell’interazione tra assicurazioni e clienti, nella customer experience, in fino a oggi la relazione si è basata su tre punti di contatto, molto meno rispetto ai servizi bancari: quando si stipula la polizza, quando la si paga e per i risarcimenti. La tecnologia e i dati che assicurazioni e ri-assicuratori hanno già nel loro back-end è molto elevata, ma non hanno la cultura di utilizzarli per creare più interazione con i clienti.

Un ultimo spunto arriva dalla valutazione del ruolo dei legislatori e regolatori. In UK, dice Margaris, per creare l’hub mondiale del fintech c’è stata la convergenza di regolatori, governo ed ecosistema startup per aiutare questo mondiìo a crescere. “Non vedo ancora lo stesso nel settore insurtech, non il coinvolgimento dei regolatori, ma succederà, per forza, perché è una cosa positiva per i consumatori”.

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