Insurance tech tra sfide e opportunità

L’industria “insurance tech” vista da un venture capitalist. Un mercato in cui non è semplice entrare, ma che offre spazi anche a nuovi player

28 Dic 2015

Il mondo del venture capital è senza dubbio tra gli attori del panorama economico maggiormente interessati ai cambiamenti che avvengono nel settore assicurativo. Rob Moffat, uno dei principali dirigenti di Balderton Capital (una delle più importanti società di Venture Capital in Europa) riporta in questo contributo le proprie riflessioni sull’ insurance tech industry (o instech, per dirla con lui), mettendo l’accento sulla dimensione del mercato, la sfida posta dalla tecnologia al settore assicurativo, gli ostacoli, il sistema dei competitor, i casi di successo.

Nel complesso le sue osservazioni, mostrano un settore in grandissimo fermento, in bilico fra tradizione e innovazione, dove i nuovi arrivati (startup e aziende tech) hanno la carta dell’innovazione da giocare, ma le compagnie tradizionali hanno dalla loro la forza della tradizione, la solidità patrimoniale e la conoscenza di un mercato molto regolamentato. In definitiva, la tecnologia rappresenta la disruption, ma non sempre basta per diventare protagonisti del mercato assicurativo.

Di sicuro nei prossimi anni l’industria assicurativa cambierà volto.

Ecco i punti salienti nell’articolo di Rob Moffat:

1. Le assicurazioni sono un mercato enorme

I premi per le assicurazione sulla vita ammontano globalmente a 2,3 trilioni di dollari, quelli per le ssicurazione non-vita sono 1,4 trilioni a livello globale. (dati 2012, dal rapporto McKinsey). “Non mi capita di scrivere la parola trilione spesso quando parlo su dimensioni di mercato”, dice Moffat.

“L’Europa ha una grande fetta di questo mercato, attestandosi a 700 miliardi di dollari per assicurazioni vita e a 400 miliardi per non-vita. E Londra, luogo in cui le assicurazioni sono in un certo senso “nate”, resta il suo più grande centro mondiale.

2. Le società tradizionali fronteggiano molte sfide

L’industria assicurativa in Europa e US è oggi costituita prevalentemente da compagnie tradizionali che sono sul mercato da decine anni, a volte da secoli. Hanno fatto un grande sforzo per adattarsi all’era digitale e, come le banche, fanno fatica a raggiungere soluzioni tecnologiche adeguate perchè tendono a fare evolvere i loro sistemi.

3. La tecnologia può essere molto dirompente nel settore assicurativo

La tecnologia può avere un enorme impatto su ogni aspetto importante delle assicurazioni. La distribuzione è stato il primo fronte delle assicurazioni ad essere colpito, grazie ai portali di confronto prezzi. Ulteriori modelli di distribuzione su mobile stanno emergendo. L’enorme volume di nuovi dati disponibili (via telematica, telefono cellulare, monitoraggio della salute, cioè la disponibilità di big data) incide profondamente sulla relazione con il cliente sia nella personalizzazione delle offerte che nella customer experience.

4. Ci sono molti ostacoli per le startup che vogliano entrare nel settore

Regolamentazione, capacità patrimoniale, collaborazione con gli incumbent (le compagnie tradizionali), acquisizione dati storici : questi fattori solo prove molto difficili da superare per i nuovi arrivati.

5. Questi ostacoli scoraggiano anche i grandi player tecnologici

Per società come Alphabet / Google, Facebook e Amazon il settore assicurativo è molto duro e troppo noioso. Driverless car e droni sono frontiere molto più interessanti da esplorare. E nella guerra per avere i migliori talenti e ingegneri del software è difficile pensare di metterli a lavorare sui servizi finanziari.

6. Nonostante gli ostacoli ci sono già grandi storie di successo, come Ping An, MoneySupermarket, esure.

Ci sono fantastiche startup emergenti come Knip, Simplesurance e Boughtbymany (distribuzione); Friendsurance e Guevara (peer-to-peer); Insurethebox, Climate Corp, Metromile, Vitality (data); Oscar, Aircare (customer experience).

7 – Nuovi verticali: smartphone e cyber insurance

8 – Nuovi mercati: Asia e aree in via di sviluppo

Rob Moffat conclude il suo articolo dicendo cosa lui cerca, come investitore, in una startup insurance: tecnologia mobile, customer centered e un team che comprenda profonda competenza del settore tecnologico, ma anche del settore assicurativo.

L’articolo completo a questo indirizzo.

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