Il neologismo, formato dalle parole insurance + technology, identifica praticamente tutto ciò che è innovazione technology – driven in ambito assicurativo: software, applicazioni, startup, prodotti, servizi, modelli di business. Mutuato dal termine fintech che afferisce al mondo più propriamente bancario, l’insurtech è considerato anche un figlio di questo ed è pertanto molto simile, sia come impatto che sta producendo sulle imprese tradizionali del settore, sia come fondamenti su cui si basa e velocità con la quale si va affermando.
Come le banche, anche le assicurazioni sono state tra le industrie più lente nell’adattarsi alla digitalizzazione e nel cogliere le opportunità offerte dalla digital transformation.
Se in epoca di internet 1.0 la digitalizzazione delle imprese (in Italia particolarmente difficoltosa) veniva interpretata come la banale apertura di un sito web aziendale, inteso come trasposizione online della brochure cartacea; e in epoca di internet 2.0 come ingresso nel mondo dei social o nell’ecommerce; ora, in epoca industria 4.0, la tecnologia digitale ha un impatto ancora più profondo e incide direttamente sui modelli di business e la tipologia di servizi. E ha investito l’industria assicurativa con la forza di un tornado, imponendo un cambiamento radicale che travolge cultura aziendale, processi, gestione dei dati, relazione con i clienti. L’industria assicurativa è cambiata per sempre.
Negli ultimi anni vi è stata una netta accelerazione, che ha condotto alla moltiplicazione degli investimenti, in startup e società che sviluppano soluzioni per l’industria assicurativa, sia da parte di fondi di Venture Capital, sia da parte delle stesse Compagnie assicurative, attraverso i propri fondi di Corporate Venture Capital.
CBInsights, società di consulenza e reportistica che segue da tempo l’insurtech, va indietro nel tempo fino al 2011 nell’individuazione dei primi investimenti nel settore, ma è nel 2015, come riporta il grafico, che avviene internazionalmente (sebbene con forte concentrazione in US) il vero boom.

Quello che ha caratterizzato gli ultimi due anni in ambito insurtech è stato, oltre al numero e all’entità degli investimenti, anche il fatto che, con diverse modalità, le compagnie tradizionali hanno finalmente “abbracciato” questo mondo: hanno cominciato a guardare al mondo delle startup insurtech e a collaborare con esse, spesso a finanziarle con i propri fondi di venture capital o ad acquisirle. Sono sorti innovation lab aziendali, programmi di accelerazione, incubatori, eventi dedicati.
Inoltre, i più recenti report, per esempio Deloitte il 2018 dicono che comincia ad aumentare il taglio degli investimenti, che cominciano ad avere cifre da capogiro perché i venture capitalist puntano adesso non più solo su startup early stage, ma su startup in espansione.
Ma quali sono le tecnologie e i temi cpiù importanti per il settore insurtech?
SHARING ECONOMY
Secondo quanto indicato da Enrico Aprico, Adjunct Professor Università Cattolica del Sacro Cuore, esperto di sharing economy e marketing, uno dei temi chiave per il settore insurtech è rappresentato dalla sharing economy. L’intera catena del valore delle compagnie è minacciata dai nuovi modelli di business legati all’economia della condivisione e alla digitalizzazione. Prodotti, marketing, distribuzione, prezzi si trasformano.
Un caso emblematico è rappresentato da Lemonade, startup insurtech newyorkese molto aggressiva, la cui intuizione è stata ripensare non solo i prodotti assicurativi, ma ogni parte della value chain, per creare un’offerta sempre più responsive, modulata sulle reali esigenze dei clienti, perfettamente collocata all’interno della contemporaneità. Il risultato è un pacchetto assicurativo technology‐first e legacy‐free, capace di offrire un prodotto istantaneo, smart e completamente incantevole. Commercialmente attiva da appena un paio di mesi ha già battuto anche un record sulla gestione dei claim: un cliente lo ha risolto in 3 secondi.
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BLOCKCHAIN
La tecnologia blockchain è considerata da molti non solo utile alle assicurazioni, ma un vero e proprio volano. Kevin Wang, Ali Safavi, Scott Robinson del Plug and Play Tech Center, (un acceleratore per startup della Silicon Valley che ha sede in 22 Paesi al mondo, focalizzato in programmi verticali tra cui uno dedicato all’Insurance), sostengono che il potere di questa tecnologia risieda nella sua capacità di alimentare nuove modalità di transazioni finanziarie, di migliorare i processi di assicurazione esistenti, e tenere traccia dei documenti. Le valute digitali basate su blockchain possono supportare molti nuovi modelli assicurativi, in particolare le micro assicurazioni e il P2P. Molte delle applicazioni blockchain potrebbero essere raggruppate in una nuova categoria di “smart contracts” cioè contratti intelligenti: in termini semplici, questi contratti sarebbero software sviluppato ed eseguito all’interno di un sistema blockchain. La tecnologia blockchain ha il potere di far fare alle assicurazioni un salto in una nuova era, a partire proprio dai nuovi modelli delle micro assicurazioni, del P2P, delle assicurazioni parametriche.
CYBER SECURITY
Per le assicurazioni il tema rappresenta un grande sfida, che può valere fino a 20miliardi di dollari.
La cyber security sarà uno dei driver che nei prossimi anni spingeranno maggiormente la crescita di assicurazioni e insurtech. In questi ultimi anni, le assicurazioni per la cyber security sono cresciute moltissimo come dimensione del mercato e fatturato, nonostante si trattasse ancora di un settore in cui entrare con i piedi di piombo per le Compagnie, viste le oggettive difficoltà a prevedere, contenere, gestire gli attacchi informatici. Sono ancora pochi i dati storici necessari per stabilire un pricing corretto delle polizze e vi è una grande variazione di anno in anno nel tipo di attacchi informatici e danni che le aziende si trovano ad affrontare di più. Ma la criminalità informatica costa annualmente alla società dai 330 ai 500 miliardi di dollari, e questi costi cresceranno con il crescere della digitalizzazione e dell’integrazione digitale di tutta la supply chain delle organizzazioni aziendali. In tale contesto, il mercato globale per la cyber insurance è stimato possa raggiungere almeno i 20 miliardi di dollari in premi sottoscritti entro il 2025.
Ma potrebbe trattarsi addirittura di un mercato sottostimato: cloud computing ed ecosistemi digitali sono in costante espansione, rappresentano opportunità ma anche un moltiplicarsi di rischi.
La sicurezza informatica è dunque uno dei principali driver per il business per le assicurazioni nei prossimi anni. Per essere ‘pronte’, diverse Compagnie stanno facendo investimenti cospicui in startup del settore: AXA Strategic Ventures ha investito in Security Scorecard ; Insurance Australia Group ha investito in UpGuard ; Chubb, uno di principali assicuratori di cyber insurance, ha stretto una partnership con la società di sicurezza informatica DynaRisk ; Guidewire ha acquisito Cyence per $ 275 milioni.
MICRO-INSURANCE
Devie Mohan di BurnMark dice che le compagnie stanno cominciando a sfruttare i dati in modo sempre più sofisticato per fornire prodotti più personalizzati che soddisfano le aspettative sempre più specifiche dei consumatori. Inoltre, l’economia della condivisione richiede prodotti di nicchia, e solo quei prodotti che sono rilevanti per i modelli di utilizzo e di comportamento degli utenti avrà successo. Questa evoluzione ha portato a uno degli sviluppi più interessanti dell’insurtech, cioè la possibilità di stipulare polizze solo quando e solo per il tempo necessario (vedi ad esempio Trov), di pagare assicurazioni auto solo per le miglia o le ore di guida reali (usage based insurance come Metromile).
Inoltre, la micro-assicurazione si sta rivelando anche un sistema per garantire coperture assicurative in aree a bassissimo reddito perchè offre polizze a prezzi accessibili, pagabili in piccole rate che sono sottoscrivibili da molte più persone. (in tale direzione si muove la svedese BIMA, ndr.)
IOT
La proliferazione di aziende tecnologiche concentrate sull’IoT, avrà un enorme impatto su banche e imprese di assicurazione, perchè offriranno dati più rilevanti che possono ridurre i costi, fornire al cliente così come all’assicuratore maggiore efficienza, e creare un’esperienza coerente attraverso tutti i punti di contatto, essere alla base di polizze usage based, che rappresentano un trend certo nel settore auto. In ambito IoT possiamo ricomprendere anche sottocategorie come la smart home e lo smart building, che offrono molteplici opportunità al mondo assicurativo.
DRIVERLESS CAR
Il settore assicurativo auto sta per essere modificato in modo consistente, a causa dell’arrivo delle driverless car, KPMG prevede che il mercato assicurativo auto può ridursi del 60% entro il 2040 e Peter Diamandis, cofondatore della Singularity University, ritiene che sia addirittura una sottostima dell’impatto.
Ogni grande casa automobilistica sta lavorando sulla driverless car, e dal momento che queste auto, si dice, ridurranno gli incidenti fino al 90%, potrebbe trattarsi della fine per l’assicurazione auto.
Benchè a monte ci sia una battaglia legislativa incombente per rimodellare il sistema RCA nell’ambito del nuovo scenario: la responsabilità ricadrà su case automobilistiche? sui possessori dell’auto? sugli ingegneri del software? E’ ancora tutto da stabilire.
In merito a questo tema il Regno Unito sarà probabilmente il primo Paese al mondo a regolamentare il settore con una disciplina che stabilisce responsabilità dell’assicuratore e del costruttore.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, CHATBOT, ROBO-ADVISOR
Qualcuno prevede una fine della figura dell’agente: robo-advisor e chatbot dotati di intelligenza artificiale, sostituiscono già ora i broker tradizionali, questo è certo per un buon numero di nuove tipologie di polizze, per esempio quelle consumer on-demand. “Gli utenti sono sempre più connessi al web e preferiscono usare i dispositivi mobile, lo scorso ottobre per la prima volta il traffico Internet ‘mobile’ ha superato quello da pc. – afferma Gabriele Antoniazzi, Founder e CEO di Responsa, società che sviluppa chatbot – Gli utenti oggi vogliono gestire tutto da smartphone e tablet ed avere la possibilità di accedere a ogni prodotto o servizio in mobilità e in autonomia, senza doversi rivolgere a terzi, senza dover aspettare e soprattutto senza doversi scomodare.”
Il trend del momento in campo di intelligenza artificiale sono i chatbot, assistenti virtuali che interagiscono con gli utenti come fossero operatori umani e che li supportano durante il loro processo di acquisto, di richiesta di informazioni e di assistenza online. Questi nuovi strumenti stanno avendo largo impiego in molteplici settori e stanno riscuotendo grande consenso tra il pubblico ma anche tra le aziende, perché aumentano la qualità del servizio riducendo i costi di supporto.
Ma non necessariamente la figura degli agenti deve tramontare, c’è anche chi ritiene che almeno per il momento il mercato ne abbia ancora bisogno e che l’innovazione tecnologica debba essere complementare e supportare il lavoro degli agenti “L’alfabetizzazione digitale non è ancora completa – ci ha detto Diego Pizzocaro, Ceo e founder di Sellf, startup che ha sviluppato una piattaforma di CRM per agenti – Inoltre la stipula di una polizza richiede spesso anche un rapporto di fiducia e riservatezza, anche per la delicatezza dei dati privati condivisi, per cui molte tipologie di clienti preferiscono ancora oggi l’agente in carne e ossa”.
Certamente la customer experience dei clienti varia in base anche all’età e altre caratteristiche personali e di stile di vita, come ha evidenziato Accenture che individua Nomadi digitali, Value explorer, Quality seeker, tre tipologie di clienti assicurativi di oggi.
Le tecnologie di intelligenza artificiale come chatbot e robo-advisor sono probabilmente il mezzo più efficace per raggiungere i millennial sono soluzioni cui le assicurazioni guardano con estremo interesse. Un caso è rappresentato da Spixii, startup fondata da due italiani a Londra, che ha vinto tra gli altri premi anche Open-F@b Call4Ideas 2016, il contest pan-europeo promosso da BNP Paribas Cardif con InsuranceUp e Polihub. La startup sviluppa un chatbot per il settore assicurativo, di cui abbiamo parlato in questo articolo, ed è nata proprio dall’osservazione del processo di acquisto delle giovani generazioni rispetto a una polizza.
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