L’Europa vuole autostrade digitali per le connected e driverless car

L’industria automobilistica continentale, le telco e la UE fanno fronte comune per mantenere una leadership nel settore. Priorità numero uno resta la banda ultraveloce

12 Ott 2015

L’Europa vuole nuove autostrade digitali per le auto connesse e senza guidatore. Nell’Agenda Digitale della UE costituiscono una tassello importante, sia per la salvaguardia dell’industria continentale sia per l’innovazione tecnologica. Per definirlo e consolidarlo c’è un progetto, che si chiama EU Industry Dialogue (on automated and connected driving) ed è stato lanciato di reente alla Fiera internazionale della mobilità, trasporto e logistica (IAA) tenutasi quest’anno a Francoforte.

L’iniziativa, oltre al coinvolgimento delle aziende dei settori tlc (riunite in ETNO, ECTA e GSMA) e automobilistico (ACEA e CLEPA), è sostenuta fortemente dal Commissario Ue per la Digital Economy, Gunther Oettinger (qui un suo post in merito). D’altro canto, l’Unione europea ha già puntato molto sulle tecnologie per le connected cars, investendo dal 2002 oltre 180 milioni di euro in 40 progetti di ricerca sui sistemi di trasporto intelligenti, con il duplice obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro nel settore (l’industria automobilistica europea dà oggi lavoro a 13 milioni di persone) attraverso il mantenimento di una leadership anche sul fronte auto del futuro; e di aumentare la sicurezza sulle strade.

Connected e driverless car sono, quindi, uno dei temi che intersecano l’agenda digitale europea e rappresentano un pilastro della rinascita industriale auspicata dalla Ue e trainata dalle nuove tecnologie di comunicazione.

Il veicolo del futuro è parte di un mondo connesso in cui le reti digitali super veloci danno accesso alla comunicazione, maggiore sicurezza, migliori standard ambientali, divertimento, conoscenza e contatti personali, a chiunque, ovunque e in qualsiasi momento, si legge nella nota stampa ufficiale.

Le auto connesse e driverless avranno un significativo impatto economico: KPMG stima un mercato di 71 miliardi di euro entro il 2030 solo nel Regno Unito (KPMG, 2015), mentre altri studi indicano un mercato globale di 44 milioni di veicoli automatici entro il 2030 (BCG , 2015). Gli analisti prevedono che l’arrivo di questo nuovo tipo di mobilità porterà diversi benefici : nuovi posti di lavoro in tutta la catena di valore del settore automobilistico; una maggiore sicurezza stradale e meno morti; maggiore risparmio di carburante e minor impatto ambientale; riduzione della congestione del traffico e standard di comfort più elevati per gli utenti.

Ovviamente, se l’industria deve fare la sua parte evolvendosi rapidamente e accettando le sfide tecnologiche poste da vecchi e nuovi player, tanto più deve fare l’Unione Europea, rispetto al completamento del mercato unico digitale e la diffusione della banda larga ad alta velocità, che possono essere considerate delle pre-condizioni affinché si possa realizzare il sogno di leadership UE in questo nuovo mercato. Alle driverless e connected car servono prima di tutto autostrade digitali.

“Il tema automobili connesse e automatizzate non riguarda solo la costruzione della macchina stessa e la tecnologia al suo interno. – afferma il commissario Gunther Oettinger in un suo scritto – Abbiamo bisogno di portare avanti molte questioni importanti prima che questi veicoli diventino comuni sulle nostre strade. Abbiamo bisogno di un accordo su norme tecniche, comprese quelle sul 5G che saranno essenziali per le auto connesse, e per tutti i dispositivi connessi nella nostra futura economia. Abbiamo bisogno di risolvere questioni legali ed etiche. E che dire della sicurezza informatica? Chi possiede e riceve i dati generati dalle auto connesse? Le regole di riferimento dell’UE hanno bisogno di una revisione? Connected e driverless car hanno bisogno che diverse questioni digitali siano a posto. E ‘qui che noi politici entriamo in gioco”.

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