La top ten delle startup insurtech secondo il Financial Times

Il quotidiano finanziario più conosciuto al mondo pubblica una lista delle nuove imprese disruptive e più interessanti per le grandi compagnie. E aggiunge: la collaborazione tra nuove e vecchie compagnie è necessaria per il benessere di entrambe

28 Ott 2016

I finanziamenti per le startup insurtech sono passati da 740 milioni di dollari nel 2014 a 2,7 miliardi di dollari un anno più tardi, secondo CB Insights. E quest’anno (il 2016) va ancora meglio, e c’è molto più entusiasmo, soprattutto per gli investimenti early stage.

Cosi si legge sul Financial Times, in un articolo che individua la top ten delle startup attive nel settore insurance che stanno portando scalpore e scompiglio con la loro carica innovativa, che si manifesta in tutto la value chain dell’industria: distibuzione, analytics, piattaforme tecnologiche (vedi la blockchain), l’IoT, il mondo auto.

Poche startup, però, hanno finora osato diventare compagnie di assicurazioni a pieno titolo, assumendosi anche l’intera gestione del rischio. Gli analisti dicono che i requisiti di capitale, gli oneri normativi e la complessità richiesta, in combinazione con il desiderio degli investitori di rendimenti a breve termine, significa che ben poche di loro emettono proprie polizza. Il risultato è che per la maggior parte delle startup, le partnership con gli assicuratori esistenti sono indispensabili. Senza di loro, molti avrebbero difficoltà a far funzionare il modello di business.

La collaborazione tra startup e compagnie tradizionali è dunque una necessità da ambo le parti, che può in ultima analisi portare benessere alle società, ma anche e sopratutto ai consumatori.

(della collaborazione tra compagnie e startup abbiamo recentemente parlato anche in questa video intervista a Thibaut Schlaeppi, Head of Startup relations and internet of things di BNP Paribas Cardif)

Per le compagnie tradizionali collaborare con la startup significa innovare velocemente e raggiungere clienti che altrimenti non avrebbe. Ma corrono anche un rischio, sopratutto nel caso cha abbiano a che fare con insurtech b2c che rappresentano l’interfaccia con il cliente, dice Nigel Walsh, partner di Deloitte a FT, “il rischio è che gli assicuratori perdano l’interazione con i propri clienti, diventando solo fabbricatori del prodotto.”

Ecco la classifica delle 10 più promettenti insurtech secondo il Financial Times (non c’è un ordine di classifica).

TROV

Startup delle polizze on-demand (via app) per gli oggetti di uso quotidiano, fondata in California nel 2012 da Scott Walchek, ha già raggiunto i 46 milioni di dollari di investimenti (OAK HC/FT, Anthemis Group, Guidewire and Suncorp Group), prima ancora di arrivare sul mercato,ne abbiamo parlato in questo articolo. Oggi il suo primo mercato è diventato l’Australia dove è entrato grazie proprio a uno degli investitori (e compagnia assicurativa ) Suncorp. Prossimo mercato sarà UK , con Axa, mentre in US arriverà nel 2017 con polizze Munich Re.

LEMONADE

Di Lemonade anche noi di InsuranceUp abbiamo parlato in diverse occasioni, poichè si appresta a diventare un caso esemplare nel suo modello di business. Fondata nel 2014, da Daniel Schreiber and Shai Wininger, è operativa da poco più di un mese sul mercato di New York.

Lemonade ha conquistato un primato prima ancora di arrivare sul mercato: lo scorso anno, con una cifra raccolta di 13 milioni di dollari, ha rappresentato il più cospicuo investimento seed di uno dei principali e storici fondi di venture capital statunitensi, Sequoia Capital. Tecnologie machine learning, chatbot, modello di business peer-to peer, prima Benefit Corporation insurance certificata, sono le sue caratteristiche di maggiore rilievo. Relativamente al modello di business, FT sottolinea come non sia del tutto chiaro come funzionerà visto che si proclama peer-to-peer , ma ha anche stretto accordi con Berkshire Hathaway, Lloyd’s and XL Catlin.

SPIXII

SPIXII è nell’elenco del Financial Times la startup più giovane e meno finanziata, ma ha sviluppato una tecnologia e un modello di business davvero molto promettenti: una chatbot per rivoluzionare la customer experience nel settore assicurativo.

La sua tecnologia permette alle assicurazioni, i broker e i siti di comparazione dei prezzi di entrare in contatto con i clienti attraverso sistemi di comunicazione come Facebook Messenger e Skype. Attraverso una semplice conversazione, le persone possono trovare in pochi minuti una risposta al proprio bisogno assicurativo. In breve, è un agente assicurativo automatizzato, il Siri per l’insurance.

E’ stata fondata a Londra nel 2016, da due ragazzi italiani e un francese, ne abbiamo parlato qui. Allianz la sta già tenendo d’occhio molto da vicino, portandola nel suo incubatore.

CUVVA

Fondata nel 2014 in UK, supportata con un investimento early stage da un consorzio di angel per 500 mila sterline, la startup è focalizzata nel settore delle assicurazioni auto, dove sta rivoluzionando i “tempi” delle assicurazioni (la classica polizza annuale è affettata in lassi di tempo anche di quealche ora) e introducendo una nuova modalità di copertura assicurativa: con un’app ogni persona può attivare una polizza di qualche ora quando va in auto con altri. (perfetta per la sharing economy)

CYENCE

Fondata nel 2014, in US, ha ricevuto investimenti per 40 milioni di dollari da New Enterprise Associates, IVP and Dowling. I suoi prodotti sono indirizzati alle compagnie assicurative, non al cliente finale, in quanto offre una tecnologia di analytics che permette di valutare meglio i rischi connessi alla cyber security, un ambito “polizze” in ampio sviluppo, ma anche critico per la difficoltà che pone a valutare il rischio.

OSCAR

Fondata in US nel 2012 da Mario Schlosser e Josh Kushner, ha tra i suoi investitori nomi altisonanti come Fidelity Investments, Google Capital, General Catalyst, Founders Fund, Lakestar, Khosla Ventures and Thrive Capital, ed è una delle insurtech più finanziate di sempre avendo raggiunto quota 750 milioni di dollari. Si occupa di assicurazioni sanitarie ed è operativa solo a New York e New Jersey.

Ne abbiamo parlato qui.

POLICYGENIUS

Fondata nel 2014 da Jennifer Fitzgerald e Francois de Lame, è un broker online data-driven, il suo prodotto di punta di chiama Insurance CheckUp e aiuta l’utente a individuare le proprie necessità assicurative. In un anno ha registrato 800mila utenti e raccolto 21 milioni di dollari di capitali da Revolution Ventures, Karlin Ventures, Susa Ventures, Transamerica Ventures, Axa Strategic Ventures and MassMutual Ventures. Notare che appunto tre dei suoi investitori sono grandi compagnie.

Ne abbiamo parlato in questo articolo.

SAFESHARE

Molto giovane anche questa startup, nata nel 2015, investimenti per 200 mila steriline, sede in UK, parola magica “blockchain”.

Si propone come l’assicurazione per la sharing economy, e ha già stretto una partnership con Vrumi, altra azienda innovativa londinese considerata l’Airbnb degli spazi di lavoro (valutata circa 24 miliardi di sterline), che permetterà agli utenti del servizio di ottenere una copertura assicurativa più adeguata alle loro esigenze. Il bollino di Lloyd’s of London c’è già.

Ne abbiamo parlato qui.

SIMPLESURANCE

Società nata in Germania nel 2012, ha raccolto 20 milioni di euro da Rheingau Founders, Assurant, Route 66 e Allianz SE
La sua ambizione è diventare il provider ecommerce di riferimento mondiale per le polizze assicurative.

SYNERSCOPE

Fondata in Olanda nel 2011, finanziata per 5 milioni di euro da Mangrove Capital Partners, 5 Park Lane e Tiketitoo, è una società che vuole lavorare con le grandi compagnie offrendo soluzioni per la gestione dei Big Data.

Questo il suo sito.

Qui l’articolo originale del Finanacial Times.

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